Il Periodo Esplorativo

2006/2007!

Con la decisione di occupare aree arabili, abbiamo dovuto confrontarci con una interrogazione fondamentale: con cosa lavorare?

Non fu facile rispondere a questa domanda. In realtà, ci sono voluti tre anni fino a quando le idee ed esperienze ci hanno permesso di concentrarci su qualcosa di serio e praticabile.

Furono quasi tre anni e mezzo di esperimenti, errori e sfide… e anche alcuni successi!

Durante questo periodo contemplammo numerosi progetti di coltivazioni di breve, medio e lungo periodo che si adattassero al clima e rientrassero nelle nostre aspettative. Sperimentammo quasi tutto (più o meno) quello che potesse crescere in questa parte del globo e in armonia con la foresta atlantica e il microclima del luogo. Piantammo cassava, manioca, olio di Palma, questo quando il governo ha acceso la frenesia di produrre bio-gasolio da questi frutti. In quel periodo piantammo un agrumeto sperimentale e alcune piantine di caffè in cinque ettari di pascoli, e fu quando abbiamo cominciato a capire le dinamiche del posto in relazione alla piantagione delle culture.

Poi abbiamo iniziato a lavorare in modo strutturato. I più significativi eventi e progetti di questo periodo sono:

  • Ripristinare la sede della casa
  • Progetto di allevamento del bestiame
  • Piantagione e lavorazione del caffè
  • Piantagione di eucalipto (e Pau-brasil)
  • Estrazione di fibra di Palma e olio di Palma
  • Progetto dell’albero della gomma
  • Sperimentazione sulla catena dei valori del limone per l’esportazione

La casa sede

In un luogo appartato di una delle proprietà di Jambeiro vi era una antica casa sede. Quando l’abbiamo trovata, era stata disabitata per più di dieci anni. Abbiamo dovuto restaurarla e ancora oggi serve come punto di partenza: essa è molto confortevole e piena di ricordi dei molti anni di lotta per far crescere la fattoria.

Ma non ci fermiamo: vicino al torrente, che abbiamo battezzato col nome di Rio Peralba, vi è una piccola diga dove coltiviamo pesce e gamberetti. Abbiamo realizzato un piccolo orto, che successivamente è stato ampliato di un acro, e abbiamo avuto un’abbondanza di verdure, pomodori, cetrioli, fagioli… tutto ciò che si potrebbe sognare. Abbiamo piantato un frutteto sperimentale di agrumi con numerose varietà di frutta citrica, arance, lime, lime. La tavola fu rivoluzionata e la vita nella fattoria diventò meno primitiva.

Non c’era elettricità! Per due anni abbiamo lavorato a lume di candela, chiedendo, supplicando è più preciso, a Coelba, la società che fornisce energia elettrica rurale all’interno del programma “Luz para Todos”, che portasse anche a noi la luce. La vita era bucolica, ma un po’ disastrata: con il tramonto a questa latitudine alle 17.30-17.45, la nostra cena era finita alle ore 19.00. Una mano di carte e alle 20.00 tutti a dormire.

Durante questo periodo abbiamo recuperato altre due case sedi una in Peralba Sucupira e una in Peralba Oceano. Quest’ultima era la casa del colonnello che inizialmente aveva tutte queste terre, più di 450.000 ettari!

Siccome le promesse non si materializzavano presentammo un progetto nostro per collegarci alla rete di alta tensione. Niente. Ma nel 2007 abbiamo introdotto pannelli solari: è stato un cambiamento drastico… invece di andare a letto alle 20.00 abbiamo iniziato a dormire dopo il National Journal! Nuova vita! Finalmente, nel 2009 è stato approvato il progetto per l’alta tensione (a nostre spese) e così abbiamo avuto l’energia elettrica per la casa, il capannone e il workshop. Ancora una volta la nostra vita cambiava: alle 21.00 erano tutti addormentati.

Abbiamo aspettato ad intervenire con restauri in questa casa poichè il pavimento è di una manifattura squisita e non volevamo rovinarlo con muratori non esperti in queste attività. Abbiamo rimandato a quando, un giorno in futuro, sarà possibile restaurarla portandola allo spendore originale.

Progetto allevamento del Bestiame

600 ettari furono assegnati ai pascoli per il bestiame. Le terre erano già pronte, l’investimento relativamente basso, l’offerta di manodopera abbondante, un mercato che
remunerava bene le carni macellate e con Salvador a 68 km, con facile accesso e grande richiesta… il modello di business era molto attraente.

Nel 2010 abbiamo avuto 312 capi.
Assistiti nel corso degli anni da un veterinario esperto e un gerente ex-vaccaro, il commercio di bestiame ha prosperato per diversi anni, ma con margini molto ristretti, caratteristica di questa attività.

Con l’aspettativa di un capo per ettaro, abbiamo calcolato di raggiungere una mandria di circa 500 animali adulti, essendo il punto di equilibrio non inferiore a circa 422 capi.

Abbiamo introdotto l’inseminazione artificiale utilizzando semi di una razza pluripremiata, impiantammo due recinti con bretch e bilancia elettronica e popolammo le praterie con 223 capi Limousin, Redangus e Nelore.

Questa attività ci diede da vivere bene fino al 2011, quando in quell’anno una siccità di 128 giorni ha seccato il pascolo e ci ha costretti a ridurre la mandria. Questo ci ha costretto a modificare il programma dell’allevamento del bestiame e a cambiare l’obiettivo: le femmine e i vitelli richiedono molto meno foraggio, e così l’erba sarebbe stata sufficiente per sfamare 136 mucche e 104 vitelli e tre enormi tori. Con la siccità di 148 giorni nel 2012, la situazione è diventata critica e lentamente diminuimmo la mandria fino al 2014, in cui vendemmo i tori e le ultime mucche.

Il progetto Caffè

Secondo la nostra ricerca e supportato dalle opinioni del nostro ingegnere agricolo, Dr. Matiello (considerato come il Papa del caffè in Brasile), piantammo durante due anni 54 ettari di caffè intensivi con matrici genetiche selezionate direttamente dal nostro consulente: piantammo 280.000 piante che noi stessi producemmo nei nostri vivai, sempre sotto la guida e la supervisione del Dr Matiello.

E siamo stati innovatori: piantammo 28% di Arabica e il 72% di Robusta o Conilon. Tutti gli ‘esperti’ sanno e dicono che il gene di caffè Arabica ha bisogno di tempo freddo, poca umidità, pendenza… e così via. È solo che non avevamo tutte queste caratteristiche. Le nostre terre sono in pendenza, ma umide, piovose, calde e molto basse in altitudine sul livello del mare. Impossibile, era la parola magica di tutti coloro che hanno sentito i nostri piani. Arriva il Dr Matiello con materiale genetico in grado di produrre caffè Arabica a quote basse, in regime di alte temperature, con condizioni climatiche di alta umidità… e abbiamo piantato… e ha funzionato. Se avessimo scelto il caffè al posto del limone come nostro fiore all’occhiello, avremmo cambiato l’industria del caffè, ma… come un esperimento è stato molto interessante!

Per beneficiare di tale produzione, abbiamo costruito un capannone con, ufficio, macchine per l’essicazione e la mondatura per il prodotto finale di caffè verde. Una terrazza di 400 m2 è stata aggiunta nel 2010.
Nel 2010 ogni ettaro produceva circa 36 sacchi da 60 kg di caffè verde!

Il progetto Eucalipto e il Pau-brasil

Preoccupati per la necessità futura di essicazione con la legna, piantammo 35 ettari di eucalipto speciale per combustione: l’idea di tagliare gli alberi nella foresta atlantica a tal fine è stata eliminata quasi immediatamente. E fu una buona idea: abbiamo usato solamente questo legno per l’essiccazione del caffè. Nemmeno un albero della foresta è stato toccato a tal fine.

Ispirati da un ONG, The Gaia Way (TGW), della California, nel 2006/7 abbiamo piantato 3800 pezzi del PAU-BRASIL (Ibira Pitanga nella lingua Tupy/Guarany, essendo il nome scientifico Ceasalpinia Echinata) in varie parti della foresta atlantica, suo habitat originario. L’iniziativa di questo impianto è venuta dall’appello di TGW che ha sostenuto l’associazione internazionale dei musicisti del violino e violoncelli; Questo programma è seguito dai mu

Il contratto stabilito con il CEPLAC, autorizzato dal governo brasiliano, stabilisce che il 50% della semina può essere commercializzato per la produzione industriale degli archi per violini e violoncelli, il 30% rimarrà come una banca genetica e 20% utilizzato per scopi educativi nelle scuole, giardini, frutteti, o altri posti che pubblicizzano il legno che ha dato il nome al nostro paese.

Questa ONG ci ha sostenuto con piantine, col supporto tecnico di un ricercatore presso Ceplac che ci ha seguiti per due anni. Tutte le piantine sono state piantate con protezione contro le formiche, ordinate in gruppi a forma di stella, compostate alla base e geo referenziate. Tutte. E’ stato un lavoro magnifico e interessante. Oggi c’è un milione di queste piante autoctone di queste zone, rigenerate.

Estrazione di Fibra di Palma e di Olio di Palma

Fin dall’inizio della costruzione della fattoria ci confrontammo con la pratica secolare della raccolta della fibra di Palma e dell’estrazione dell’olio di Palma. La produzione dell’olio di Palma, originario della regione, non era molto grande, ma consentiva il sostentamento di molte famiglie che entravano nella foresta per raccogliere i frutti e venderli a coloro che estraevano l’olio. E’ stata una lenta e difficile trattativa, ma alla fine abbiamo lasciato continuare questa pratica alla condizione che assolutamente nulla più fosse tagliato, e che le piante fossero rispettate e non impoverite, all’interno di un processo pianificato per la raccolta. Lauro, il leader di questa tribù, con la sua famiglia, è ora il nostro grande amico.
La soluzione della produzione di fibre di Palma fu più difficile. Alla fine abbiamo deciso di cedere una tettoia nella casa sede di Peralba Oceano dove donne e bambini avrebbero potuto trattare le foglie in un ambiente sicuro e sano. Oggi Josias, un altro leader nel villaggio di Camassandi, è anche lui un nostro grande amico.

E così abbiamo fatto con l’olio di Palma: ci sono ora nella fattoria 3000 alberi di palme di questo frutto, nel più profondo dei boschi, con accesso difficile ed estremamente alte. Così abbiamo deciso di consentire a Lauro di continuare questa attività sulla nostra terra. Lauro è diventato quasi uno di famiglia. Un lavoratore che possedeva una piccola fattoria vicino alla nostra e che per tutta la vita, per sopravvivere, ha tagliato i frutti per l’estrazione dell’olio di Palma, ha meritato la nostra fiducia, ma con l’impegno di non eccedere nel tagliare altri alberi, ecc. e tenere d’occhio che altri nelle vicinanze non si avventurassero in questa attività! Era ed è un partnership di eccellenza. In tutti questi anni non abbiamo avuto un problema.
(Per coloro che non conoscono, il frutto della palma da olio produce un olio vegetale utilizzato nella cucina locale, come il moquecas. Più recentemente, piantagioni di olio di Palma enormi sono state seminate per produrre gasolio.)

Progetto dell'albero della gomma

Dopo una lunga ed accurata ricerca di mercato, ci concentrammo su due colture che potrebbero dare rendimenti soddisfacenti: l’albero di caucciù e il limone.

Con la vicinanza della Michelin, che garantisce l’acquisto di tutta la nostra produzione, come pure darci ricambi, assistenza tecnica e servizi di finanziamento, la coltivazione degli alberi della gomma è diventata attraente.

Esperimenti sulla catena del valore del lime per l’esportazione
Un’altra coltura che spiccava per la sua potenzialità produttiva e la redditività del processo era quello del limone di Tahiti. Fu una lenta e attenta ricerca, ma che ha dato frutti molto positivi.

Primi cinque produttori di limoni e lime – 2013
La prima domanda era se il clima era favorevole per il limone, dato che la zona non aveva alcuna esperienza per quella cultura. Di conseguenza, abbiamo implementato un agrumeto sperimentale per verificare se il microclima della regione sarebbe stato a favore di questo frutto. Nel 2007 è stato confermato positivo. Nel 2008 abbiamo piantato i primi 12 ettari di limone.

In abbinamento al cacao, ha rivelato di essere una coltura perenne in grado di dare rendimento interessante. Abbiamo fatto progetti, allocato le aree, pulito e preparato la terra, tutto per iniziare, ma un disagio ci ha fatto esitare: affidarsi a un unico acquirente. La realtà non ci ha aiutato: nel 2009 il prezzo della gomma naturale è sceso del 40% rompendo una sequenza positiva di quasi 25 anni. Ma è stato sufficiente per noi aspettare sperare ed esitare e sperare… (i prezzi dal 2012 sono tornati alla crescita storica, recuperando tutte le perdite di questi anni, ma…).

2007/2010
Questo fu il periodo che investimmo in questa prima fase della nostra nuova vita: quattro anni duri, ma abbiamo imparato molto… poi abbiamo sbagliato molto, ma abbiamo imparato velocemente e bene… e abbiamo seminato per il nostro futuro!
La prima delle nostre priorità, di assicurare le entrate che possano garantire la protezione futura della foresta, si è dimostrata accessibile e chiara.
Metà della strada è pronta… ora si dovrà consolidare il business iniziato: Periodo di consolidamento del Peralba, 2011-2016.

Oggi le aree della sognata piantagione della gomma sono ancora libere e chissà se in futuro possiamo recuperare questa idea.

Canali di mercato per frutta fresca e verdura sul mercato europeo
La seconda domanda era quale volume di affari sarebbe necessario per garantire i rendimenti previsti. A tal fine, abbiamo acquistato da terzi ed esportato in Olanda 12 cotainers di frutta, seguendo tutto il tragitto fino ai consumatori finali. Tutto questo si è dimostrato redditizio. Nel 2009 abbiamo sviluppato una strategia per la quale piantammo fino a 60 ettari e abbiamo comprato i limoni da produttori vicini provenienti da Cruz das Almas e Mangabeira. Allo stesso tempo abbiamo concluso una partnership in Olanda con Van Rjin, per garantire il flusso della nostra produzione.
Decisioni molto felici, nel 2010 abbiamo piantato 64 ettari di limone ed abbiamo esportato 24 conteiners di frutta, ne pianificammo oltre 30 nel 2011 e Van Rijn ha accettato di finanziare una costruzione per l’imballaggio.